Sono nato nel 1971, tra una vasca di sviluppo chimico e una pila di carta Ilford.
Mio padre, fotografo fin dagli anni ’60, racconta sempre che fu un problema per lui accompagnare mia madre in ospedale, poiché aveva appena messo a sviluppare 10 rullini, dunque per nascere ho dovuto aspettare 20 minuti in più….!
E all’età di 5 anni, mentre i miei coetanei giocavano con Big Jim, io mi divertivo a mescolare le stampe nel fissativo e poi appenderle per l’asciugatura.
Insomma la strada era tracciata, e mi ritrovai a 16 anni a fare il mio primo matrimonio!
Sono stato spalla a spalla con mio padre per molti anni;grazie a lui ho compreso l’importanza di rendere felice una coppia di sposi, la responsabilità infinita di essere l’unico in grado di far ricordare per sempre un unico giorno! Ho avuto l’inestimabile fortuna di vivere un periodo storico basato sul cambiamento, sull’innovazione sia tecnologica che sociale, ho vissuto concretamente il passaggio tra la “bonaria inconsapevolezza” dei clienti sul valore del prodotto finale e la successiva evoluzione degli stessi, più giovani, più coscienti dei loro gusti e delle loro esigenze, con delle richieste precise e dei gusti ben delineati. Sono passato dalla camera oscura alla camera chiara, dalla pellicola al digitale, dal “filmino” super 8 al video professionale, opportunità che in pochi hanno vissuto e che oggi fanno la differenza.
A 11 anni custode delle borse e del bagagliaio dell’auto di mio padre; a 14 studiavo come montare le luci nelle più svariate location, inoltre ero stato avanzato al “prestigioso grado” di addetto al caricamento macchine fotografiche; a 16 ero io a scegliere le pellicole a seconda delle esigenze, a impostare il tipo di luce, ambiente, flash o mista.
Sempre a 16 anni cominciai a occuparmi di riprese video e di montaggi; ricordo teneramente quanto le attrezzature del tempo ti facessero sentire all’interno di un’astronave mentre ci lavoravi… allora non sapevo che un Mac Pro avrebbe risolto tanti problemi… anche perché il Mac Pro non esisteva!!!
A 21 apro la mia attività personale: sui biglietti da visita appare in bella vista la scritta “Pietro Cardile Fotografo”… per fortuna anche adesso, sono passati 25 anni!
Tanti anni, tanto studio, Accademia di Fotografia a Milano, due anni di lavoro successivi in quella splendida città con colleghi indimenticabili, specializzazioni, stages, masters, workshops, studio, il rientro nell’amata/odiata Sicilia, e ancora studio e stages… forse sarà cosÏ per sempre!
Riconoscere i desideri dei miei sposi, anzi, aiutarli a capire cosa realmente desiderano; mettersi a totale disposizione di ogni coppia, intraprendere un percorso di affiatamento, di conoscenza e di confidenza, entrare nelle loro anime e cercare di farle tue… ogni volta… tutte le volte! Ecco come un blocco di carta può trasformarsi in un libro che racconta una storia!
Per questo la mia fotografia è reale; per questo non voglio che le mie foto siano in posa, perché i miei sposi devono essere liberi di godere del loro giorno senza condizionamenti esterni! Tramonti, abbracci falsi, sposi impalati davanti a un quadro o a un panorama… mi dispiace, no grazie!
La fotografia secondo me è uno strumento per rappresentare la verità delle cose.
Questo principio è fondamentale soprattutto per la realizzazione di un matrimonio, dove un sorriso spontaneo o una lacrima di commozione valgono più di 1000 foto tecniche e costruite.
La mia fotografia è la rappresentazione della verità, senza che nulla influenzi il corso degli eventi.
Un servizio fotografico è come un libro dove lo scrittore fissa le parole e racconta una storia, e questo puoi farlo solo se osservi attento senza parlare, facendo agire solo il cuore, l’anima e la passione.
“Quando togli da un matrimonio i lustrini, i bei vestiti e le eleganti cravatte, fiori e rossetti luccicanti,
e vai verso ciò che resta, ovvero le emozioni, i sentimenti, la commozione ed i sorrisi di gioia…
E’ in quel momento che il mio lavoro inizia…”
Pietro Cardile